Come il minimalismo mi ha aiutato con la fibromialgia
Se stai leggendo questo articolo non è un caso! Probabilmente hai dovuto affrontare una diagnosi difficile o hai qualcuno che conosci che sta affrontando questa situazione difficile.
Quello che vorrei dirti oggi nel mio articolo è solo una piccola parte di tutto il mio percorso ma, vorrei veramente farti rendere conto, di come il mindset e il lasciare andare giocano un ruolo fondamentale nel percorso di accettazione e rinascita. Non sono un medico, nè uno psicologo e non intendo banalizzare nessuna malattia cronica perchè io stessa sono affetta da fibromialgia dal 2014 e conosco benissimo il percorso e le difficoltà da affrontare ogni singolo giorno. Sono qui solo per darti i miei consigli sulla base della mia esperienza personale e su ciò che mi ha aiutato di più dal 2014 ad oggi.
Mi sono avvicinata al minimalismo due anni fa per curiosità dopo aver letto “il magico potere del riordino” di M.Kondo (link affiliato), pensavo che il mio problema principale fosse il disordine nel mio armadio, ma allora non sapevo che era appena l’inizio di un viaggio molto più lungo e profondo. Le mie giornate in compagnia della fibromialgia erano lunghe e dure a casa, e per distrarmi dai miei dolori iniziai a mettere in ordine l’armadio seguendo il suo metodo.
Guardando i vestiti, tutti diversi e tra l’altro alcuni mai messi, mi sono domandata perchè li avevo ancora, ed è allora che ho scoperto che il mio si chiamava shopping compulsivo dovuto ad un vuoto e ad una mancanza. Mancanza di comprensione, mancanza di supporto, mancanza di verità, mancanza di libertà e di felicità!
Con i vestiti cercavo una gratificazione immediata, cercavo di riempire un vuoto. Questo vuoto però era una voragine creata in 7 anni di sacrifici, di sopportazione, di parole non dette, di stress somatizzato..
Ma perchè non ero felice? Perchè stavo vivendo una vita che non volevo senza reagire?
La vertià è che quando viene fatta una diagnosi questa condiziona i nostri pensieri e la nostra vita, condiziona il modo in cui noi ci vediamo e i nostri piani futuri.
Quello che è successo a me è che lo smarrimento iniziale aveva lasciato il posto allo sconforto più totale, la mia opinione su me stessa era ai minimi storici, credevo di non valere più nulla, di essere inutile e che il mio futuro era già segnato, anche se allora avevo solo 25 anni.
Oggi vi dirò una cosa molto personale che non ho mai detto a nessuno, la molla che ha fatto scattare in me il cambiamento. In quegli anni facevo ovviamente un percorso di psicoterapia, perchè soffrivo anche di attacchi di panico, e lo psicologo (che ringrazio ancora!) mi disse: “Perchè vuoi stare in un posto dove non sei felice e dove non vuoi crescere? preferisci essere felice o sopravvivere?”. Quelle parole sono state per me “la botta” che mi ha fatto scontrare con la mia realtà, ed è stato quel giorno stesso che ho messo solo un paio di valige in auto e me ne sono andata. E sapete una cosa? Non sono mai stata così viva, libera e felice!
Lasciando quella casa ho lasciato la vecchia me, l’immagine che avevo di me stessa, quello che ero prima della mia malattia e che non mi rappresentava più e che comunque non potevo più essere. Grazie ai vari traslochi che poi ho fatto mi sono resa conto che mi servivano sempre meno cose, che mi veniva più facile non legarmi nemmeno alle cose materiali. Poco alla volta sono guarita dallo shopping compulsivo, dagli attacchi di panico e dalla paura di non essere più quella di prima. Ho ricostruito la mia nuova identità da zero, come se fossi rinata, ho imparato ad essere grata anche al mio corpo dolorante e ho creato la mia vita su misura!
Ovviamente non consiglio a tutti di traslocare come ho fatto io, è una cosa un pò estrema, ma sicuramente ha i suoi vantaggi! adesso vi dico nel dettaglio, come ho applicato il minimalismo e cosa mi ha dato:
Pratico il non attaccamento alle cose materiali, compro qualcosa solo se mi serve e non per colmare vuoti.
Ho tolto alcuni cibi che mi infiammavano e che peggioravano i miei sintomi.
Ho lasciato andare le aspettative che avevo su di me, se un giorno devo restare a letto e riposarmi oppure se riesco a fare 10 minuti di camminata va bene lo stesso, non mi giudico, so che ho fatto del mio meglio.
Ho lasciato andare il giudizio e le opinioni altrui, non posso pretendere che tutti mi capiscano e non posso controllare le loro opinioni.
Ho lasciato andare la mia vita precedente, non sono più quella persona, sono cambiata e le mie priorità sono diverse e mi vado bene così.
Ho imparato che le cose più belle sono gratis, la compassione, l’empatia, l’amore, l’amicizia e l’intelligenza.
Ho lasciato andare delle persone che non potevano più fare parte della mia vita, non ho più paura di restare sola, ho più paura di farmi del male.
Ho la casa più in ordine, riesco a concentrarmi meglio e non devo più pulire soprammobili in alto e procurami dolori in più!
Ho più spazio e libertà se volessi di nuovo cambiare vita e trasferirmi.
Sto risparmiando per poter pagare le terapie che devo fare a carico mio e stare meglio.
Tutte queste cose sono arrivate come vi dicevo dopo un percorso di psicoterapia, uno di coaching e diversi corsi di crescita personale, quindi non pensate di poter cambiare la vostra mentalità e la vostra vita in un attimo. Nel mio percorso di crescita minimalista vi mostro come prima di aprirvi al nuovo e trovare i vostri obbiettivi dovete prima attraversare la sofferenza e imparare a lasciare andare.
È un percorso lungo, ma se volete iniziare da oggi potete anche voi partire con il vostro armadio!
Un abbraccio,
Silvia